Specie
dominante

Con Stella di Mare cresce la gamma degli explorer vessel del Cantiere delle Marche. Evoluzione naturale di una famiglia di yacht con un Dna più unico che raro.

Conservare, evolvere e affermarsi nel proprio habitat come specie dominante. Facendo sua la teoria dell'evoluzione di darwiniana memoria, il Cantiere delle Marche ha varato un nuovo 30 metri, il Darwin 96 Stella di Mare, della fortunata gamma di explorer yacht che (non a caso) portano il nome del naturalista inglese. Il nuovo arrivato, che in cinque mesi ha già esplorato in lungo e in largo il Mediterraneo e si prepara a varcare le Colonne d'Ercole per navigazione oceaniche ben più impegnative, come ogni esemplare della stessa specie nasce dall'evoluzione del modello che l'ha preceduto (il Darwin 86). «Della sorella più piccola conserva l'intima eleganza e la nobiltà delle forme, con una maggiore disponibilità in termini di spazi e dotazioni», sottolinea l'architetto Pierluigi Floris che ne firma gli interni. «Evidenti i richiami alla cultura nautica d'altri tempi e i tratti "somatici" che la distinguono dagli altri: le caratteristiche da grande nave con struttura d'acciaio e sovrastrutture in alluminio, uno scafo snello ma con bordo libero importante, forme fluide molto navali, coperta protetta dall'impavesata, spazi esterni e interni generosi e ben articolati». Per affrontare, ma non solo, mari anche molto impegnativi; la nave d'altronde, basta guardarla, infonde sicurezza. La messa in opera di Stella di Mare, progetto di Sergio Cutolo per strutture e linee d'acqua e di Pierluigi Floris per gli interni, si è sposata alla perfezione con le esigenze armatoriali come spiega Vasco Buonpensiere, direttore commerciale del cantiere anconetano: «Questo 30 metri è la dimostrazione di quanto sia importante la relazione e il coinvolgimento tra armatore e cantiere. Una dimensione, non solo fisica, che ci contraddistingue e che pone la soddisfazione dei nostri armatori al centro della nostra attività». Pur mantenendo il family feeling dell'Explorer Yacht Darwin Class, Stella di Mare presenta caratteristiche progettuali differenti. Spicca in particolare la sky lounge aperta sulla timoneria, disegnata ad hoc per l'armatore di questo 96' che ama occuparsi della conduzione restando in contatto con i suoi ospiti, ma anche il respiro degli ambienti sottocoperta. «Luce, luminosità e leggerezza sono state le nostre parole guida», spiega l'architetto Floris, «Le ampie finestrature dello scafo ci hanno permesso di creare ambienti aperti, moderni, puliti e caldi. L'olmo degli arredi interni, con cromie che vanno dal marrone ai riflessi d'oro, e le pareti laccate bianche a poro aperto regalano poi ulteriore luce». Tutto è marino e concepito per crociere lontane dal consumistico concetto del "mordi e fuggi". E gli interni dicono tanto in tal senso. A cominciare dal grande living, in comunicazione visiva con l'esterno, con zona lounge e zona pranzo molto marina per 10 commensali. Cucina e dinette fan da spartiacque tra questa prima area armatoriale e quella crew (a prua del main deck). Una scala porta all'upper deck, dove il ponte è articolato come un unico ambiente in continuità tra timoneria e salone entertaiment, per volere dell'armatore. La scala per il lower deck conduce in una lobby che distribuisce quattro cabine: l'armatoriale a tutto baglio a poppa, due gemelle a centro nave e un'ampia Vip cabin a pruavia, con bagno ensuite. L'uso "heavy duty" a cui è destinato Stella di Mare non fa a pugni con le esigenti richieste armatoriali. Anzi. E, ciliegina sulla torta, la mission del Cantiere delle Marche di rendere i propri yacht eco-compatibili offre al nuovo Darwin Class il plus di avvalersi di propulsioni diesel elettriche azipodali. Per ridurre ulteriormente il già bassissimo impatto ambientale e, contestualmente, aumentare l'autonomia e la manovrabilità in modo esponenziale. Davvero una specie a parte.

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